Come lavoriamo per voi

Come lavoriamo per voi? Vi spieghiamo tutto qui.

Partiamo dall’obiettivo di Dieselgate Italia: ottenere il risarcimento dei danni per la condotta di Volkswagen.
Se otterrete un risarcimento a voi andrà il 75% del risarcimento e a noi resterà la percentuale del 25%, in caso contrario non ci dovrete pagare nulla. Procederemo per fasi.

1- Salvaguardare i vostri diritti entro il 18 settembre 2020.

Primo passo è evitare di far prescrivere i vostri diritti, cioè perderli per il passaggio del tempo. La prescrizione si evita con una richiesta scritta che invieremo per voi a Volkswagen in Germania sulla base dei dati forniti con la registrazione. Per il momento riteniamo che la data entro la quale spedire sia il 18 settembre 2020, e poiché dobbiamo svolgere diverse attività preparatorie prima dell’invio vi abbiamo chiesto di registrare la vostra posizione entro il 6 settembre 2020. Vorremmo essere molto chiari: per chi si registra oltre il 6 settembre 2020 non possiamo garantire che ci saranno i tempi tecnici sufficienti ad inviare in tempo il documento legale: dunque se avete già deciso di aderire non c’è alcuna ragione di aspettare e se lo fate dopo il 6 settembre 2020 vi assumete il rischio di essere tagliati fuori e non ci assumeremo alcuna responsabilità.

(In un secondo tempo potremmo rivedere la nostra politica e decidere che i 5 anni di prescrizione scadano dopo perché non “partono” del 18 settembre 2020 quando l’EPA americana ha avvisato Volkswagen della sua indagine sulle auto USA, ma da quando per la prima volta gli europei hanno percepito che il dieselgate poteva essere avvenuto anche a danno delle auto europee. Eventuali cambi di politica sulla prescrizione verranno chiaramente comunicati sul sito).

A quel punto la prescrizione è interrotta e il Gruppo Volkswagen ha ricevuto la notifica ufficiale che anche voi vi siete aggiunti alla lista. Sulla base della nostra esperienza Volkswagen tacerà o, in alternativa, risponderà negando ogni responsabilità affermando che le auto sono tecnicamente sicure e che il proprietario non ha subito danni. La cosa non farà alcuna differenza: Volkswagen si è comportata così in tutti gli altri casi in cui ha poi accettato volontariamente di risarcire i clienti e anche quando è stata poi condannata in via definitiva da un Tribunale.

2- Notificare le cause pilota.

Comunicate le richieste risarcitorie alle controparti passeremo alla fase due con la quale chiederemo ai tribunali di pronunciarsi su alcune domande molto specifiche. Le cause ovviamente saranno patrocinate dai legali cui abbiamo deciso di affidare la consulenza e che conoscono bene la controparte avendo instaurato la prima controversia in Italia nel 2015, rappresentando l’unico consumatore singolo nell’inchiesta della Procura di Verona, e facendo parte di una rete di studi coinvolti in primissimo piano nell’intero dieselgate mondiale.

Per ragioni tattiche non vogliamo entrare pubblicamente nel dettaglio di ciò che faremo, però in generale possiamo comunicare che:

Dimostreremo all’autorità giudiziaria in modo vincolante per Volkswagen che le auto del Gruppo con motore EA 189 sono dotate di un defeat device che viola la normativa europea, che questo sistema altera il comportamento dell’auto contenendo le emissioni entro gli standard di legge solo se crede che l’auto sia in laboratorio e dunque solo in condizioni rarissime e vincolate (modo 1), mentre in tutti gli altri casi emette più Nox del consentito (modo 2).

Che le prestazioni del motore, i consumi dell’auto, il comportamento dell’autovettura su strada risentono della presenza del defeat device.

Che i medesimi parametri (prestazioni, consumi dell’auto, comportamento su strada) oltre alla durabilità dei materiali e alla frequenza degli interventi di manutenzione, risentono anche della rimozione del defeat device nei casi in cui l’auto a seguito dello scandalo sia stata sottoposta alla c.d. “campagna di intervento”.

Che quindi l’auto è diversa da come la si era voluta comprare, non rispondente alle dichiarazioni sul rispetto ambientale e una volta sottoposta alla c.d. “campagna di intervento”, è ulteriormente diversa, elementi più che sufficienti per reclamare un danno.

Volkswagen è una società di grandi dimensioni contro la quale sono necessarie inventiva, esperienza e capacità di comprensione strategica degli scenari economici e giuridici della vicenda dieselgate a livello globale. Per questa ragione, agli avvocati in Italia e all’estero si aggiungono anche i consulenti tecnici di diverse materie, come ingegneri motoristi ed esperti di emissioni nocive nell’ambiente che saranno presto al lavoro.

3- Procedere con le cause collettive.

Può darsi che dopo la fase 1 o dopo la fase 2 il Gruppo Volkswagen decida di proporre una definizione delle cause a nome di tutti coloro che avremo incluso nelle lettere di richiesta risarcitoria. Potrebbe però ancora rifiutarsi di farlo e a quel punto inizieremo a notificare contenziosi di massa in cui chiederemo persona per persona, auto per auto, il risarcimento pieno dei danni.

Per i più curiosi dei termini legali, i danni sono di due tipi: non patrimoniale, es. essere vittima di un inganno; aver contribuito inconsapevolmente ad inquinare di più l’ambiente, e patrimoniale, es. i costi per aver portato l’auto a fare la “campagna di intervento”; eventuali maggiori consumi e costi/disagi dopo l’intervento; la differenza tra costo reale dell’auto e prezzo pagato.

É sicuro che verrai risarcito? No.

Faremo il massimo per tutti, ma non possiamo prenderci alcun impegno a risultato e quindi non possiamo e non vogliamo garantirti che avrai un risarcimento.

E’ certo, però, che attualmente Volkswagen non si trova in una situazione semplice e ciò è facilmente dimostrabile in giudizio grazie alle evidenze che emergono ogni giorno. In più, si sta stringendo la cooperazione fra avvocati che difendono i proprietari in numerosi stati del mondo. Questo incrementa la possibilità di vittoria per i proprietari coinvolti.

In tutte le cause che sinora ha perso o transatto, Volkswagen ha inizialmente affermato di non avere alcuna obbligazione risarcitoria e di volersi difendere “vigorosamente” dalle accuse, ma le condanne sinora subite e le transazioni che sta pagando dimostrano che si trattava di semplici proclami.

Quanto verrai risarcito se vinceremo o transeremo?

Impossibile dirlo prima. Ma abbiamo diversi riferimenti logici tra cui quelli dei tribunali spagnoli e delle transazioni tedesche ed australiane, per le quali Volkswagen è stata condannata a pagare, o ha accettato transattivamente di farlo, migliaia di euro per ogni singola auto (Corte Appello Madrid, 2019: 4.000 €; transazione Volkswagen-proprietari tedeschi: fra 1.300 e 6.200 €, transazione australiana fra 900 e 3.000 €).

Le somme richieste e quelle liquidate potrebbero essere inferiori o superiori, come ad esempio una percentuale del valore del veicolo. In ogni caso l’art. 4 comma 3 del REG. (CE) N. 864/2007 lascia aperta la possibilità che una sentenza venga resa secondo il diritto tedesco dal momento che il fatto illecito contestato presenta collegamenti manifestamente più stretti con la Germania, dove in effetti le auto sono state quasi tutte costruite, dove sono stati costruiti tutti i propulsori installati, dove è stata decisa la condotta dai vertici del gruppo. Per i tribunali tedeschi il proprietario ha il diritto di riavere il valore dell’auto nuova meno la perdita del valore data dal chilometraggio coperto, mentre Volkswagen riacquista il possesso del mezzo.

Importante: per le persone fisiche il risarcimento del danno non è soggetto ad imposte o tasse, dunque entra interamente nel vostro patrimonio.

Nessun costo senza risultati.

Per interrompere i termini di prescrizione con il Gruppo Volkswagen non devi pagare alcuna somma e ci bastano i pochi dati del form “registrati”, cioè e-mail, nome, cognome, marca, modello, cilindrata dell’autovettura e l’informazione se l’auto è ancora tua e se l’hai portata o no dal concessionario per la c.d. “campagna di intervento”. Certo, nel corso dei mesi successivi è possibile che ti chiederemo ulteriori dati ed informazioni, ma sempre senza domandarti di spendere alcun importo.

Se verrai risarcito o se avrai una qualunque utilità economica dalla nostra iniziativa, ci riconoscerai una percentuale. In caso contrario, non sarà dovuto nulla né a noi né agli avvocati e consulenti nominati.

Quanto ci pagherai se vieni risarcito?

La percentuale che ci verrà riconosciuta è il 25% del risarcimento/utilità economica e comprenderà l’operato degli avvocati, i costi di marketing, l’acquisizione dell’expertise tecnico in corso per la quantificazione dei danni patrimoniali e quelli non patrimoniali e anche l’IVA se applicabile.
Il 75% è tuo.

Preoccupazione per l’ambiente. Finanziamento di tesi di dottorato.

Dieselgate Italia S.r.l. SB nasce con uno scopo integrativo e parallelo a quello della giustizia per i danni: vogliamo infatti che i produttori di autovetture siano indotti ad impegnarsi in modo trasparente con i loro clienti e che agiscano nel rispetto dell’ambiente e del bene collettivo al fine di ridurre i consumi, le emissioni, i danni agli ecosistemi.

Abbiamo così deciso che istituiremo delle borse di studio da 5.000 € ciascuna che approveremo ogni qualvolta avremo raggiunto 5.000 auto aderenti a Dieselgate Italia.

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